Agire insieme per evitare la carenza di acqua

L’OCSE è al lavoro per affrontare le sfide crescenti dalla carenza di acqua, dalle inondazioni all’inquinamento e alla domanda crescente, contribuendo a garantire che la gestione delle risorse idriche sia inclusiva ed efficace.

Quali sono i temi ?

Oltre il 40% della popolazione mondiale vive in aree colpite da una carenza di acqua e nel corso dei prossimi 30 anni la domanda di acqua dovrebbe crescere del 55%. Entro il 2050, 240 milioni di persone non avranno accesso all’acqua pulita e 1,4 miliardi ai servizi di igiene sanitaria di base, se lo scenario attuale rimane invariato. L’accesso alle risorse idriche e l’erogazione di acqua andranno probabilmente peggiorando a causa dell’impatto del cambiamento climatico. Questa imminente crisi idrica richiede un’azione immediata.

Le crisi delle risorse idriche sono spesso crisi di governance, ma non tutti conoscono il significato di governance dell’acqua o sanno quanto sia importante affrontare le sfide idriche. La governance dell’acqua è un mezzo per gestire le sfide poste da troppa o troppo poca acqua o da un’acqua eccessivamente inquinata e per garantire che le persone in tutto il mondo abbiano un accesso di qualità all’acqua potabile e a servizi igienici sanitari sicuri. Si tratta di un insieme di regole, pratiche e procedure attraverso le quali vengono prese e attuate decisioni per la gestione delle risorse e dei servizi idrici e per le quali i decisori sono considerati responsabili. Oltre a definire le azioni da intraprendere, la governance delle risorse idriche definisce chi fa cosa, a quale livello di amministrazione, e come occorre intervenire.

L’acqua sta diventando scarsa e ciò ha un impatto, un impatto reale, sui mezzi di sostentamento, sul benessere, sulla salute e la sostenibilità delle persone ed è questa la nostra sfida più grande. Dobbiamo attivarci e portare avanti il lavoro, perché il prezzo dell’inazione è molto più alto rispetto al prezzo dell’azione.

Peter Glas Presidente dell’Iniziativa OCSE sulla governance dell’acqua

Quali sono le soluzioni?

Nel 2015, l’OCSE ha enunciato i Principi dell’OCSE sulla governance dell’acqua, elaborati per promuovere risposte programmatiche coerenti e integrate per far fronte alle sfide idriche. Ad oggi, oltre 40 Paesi e 170 parti interessate del  settore pubblico, privato e no-profit hanno approvato i Principi.

I Principi dell’OCSE sulla governance dell’acqua contribuiscono a creare le condizioni essenziali per attuare politiche idriche efficaci, efficienti ed inclusive e mettono a disposizione uno strumento che permette ai vari Paesi di comprendere se i rispettivi sistemi di governance idrica stiano funzionando e dove siano necessari cambiamenti, riforme o azioni. L’OCSE ha altresì elaborato uno strumento, il “Quadro di indicatori sulla governance” (Governance Indicator Framework), per permettere alle parti interessate di comprendere la prestazione dei sistemi di governance idrica su scala urbana, di bacino e su scala regionale o nazionale. I Principi sono stati elaborati dopo aver maturato numerosi anni di esperienza sul campo e grazie a un processo dal basso verso l’alto con una rete internazionale composta da molteplici parti interessate, l’Iniziativa dell’OCSE sulla governance dell’acqua. Dal 2011, su richiesta delle pubbliche amministrazioni, l’OCSE ha altresì preso in esame le politiche idriche di numerosi Paesi e proposto raccomandazioni per le riforme idriche.

Quali sono gli impatti?

In Messico, per esempio, il contributo dell’OCSE ha concorso a generare un consenso sulle principali strozzature che ostacolano una riforma idrica, come i comitati sui bacini fluviali non completamente operativi, le incongruenze territoriali nell’ambito dei quadri normativi e le sovvenzioni dannose in altri settori quali energia e agricoltura, fornendo linee guida in materia di interventi per affrontare tali problematiche. La consultazione ha coinvolto donatori di primo piano e banche regionali per lo sviluppo, che hanno poi incluso alcune raccomandazioni dell’OCSE nel rispettivo programma di assistenza tecnica.

Nei Paesi Bassi, l’OCSE ha valutato quanto la governance idrica olandese sia idonea ad affrontare le sfide future, suggerendo come correggere o riformulare strategie di intervento e istituzioni. L’esame ha contribuito a plasmare l'agenda idrica evidenziando come i cittadini olandesi non fossero sufficientemente a conoscenza dei rischi che vivere al di sotto del livello del mare comporta e, ancor meno informati su come comportarsi in caso di calamità.

Per rispondere a questi risultati, i Paesi Bassi si sono impegnati a comunicare con maggior frequenza e maggior dettaglio i rischi di inondazione, per esempio ogni due anni si svolge una “settimana di sensibilizzazione sulla consapevolezza idrica”, durante la quale i cittadini possono visitare i progetti in corso nel proprio quartiere, rendersi conto di come l'acqua viene gestita e capire quale ruolo possono svolgere. È stato lanciato un sito web (www.overstroomik.nl) dove è possibile inserire il proprio codice postale, per verificare se il proprio immobile è a rischio e come comportarsi in caso di emergenza. Il Ministro per le infrastrutture e l’ambiente ha inoltre rilasciato numerose interviste sull’argomento, sono stati prodotti programmi televisivi per bambini (klokhuis) ed è stato aperto un Museo dell’acqua. A marzo 2016, il Parlamento olandese ha infine promulgato la Legge sulla pianificazione ambientale, con una forte attenzione alle risorse idriche. 

A seguito della valutazione sulla governance dell’acqua in Brasile, che l’OCSE ha condotto nel 2015, sono state formulate raccomandazioni strategiche per rafforzare la cooperazione tra vari livelli di pubblica amministrazione e migliorare i regimi di erogazione dell’acqua. L’Agenzia nazionale idrica, in stretta collaborazione con i ministri preposti alle risorse idriche, si è attivata per applicare le raccomandazioni strategiche attraverso la creazione di una task-force composta dalle varie parti interessate, a cui è seguito un secondo dialogo strategico su come stabilire e regolamentare gli strumenti economici per la gestione delle risorse stesse. Le raccomandazioni contenute in questo secondo rapporto sui costi idrici in Brasile hanno favorito la discussione all’interno dei comitati tecnici del Consiglio nazionale per le risorse idriche, volta a migliorare la Delibera n° 48/2005 che stabilisce i criteri generali per i costi idrici del Paese.

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